Professor Spielmann, quali sono i principali benefici per la salute derivanti dalla fresca aria di montagna?
L’aria di montagna è meno carica di polveri fini e allergeni di pollini e graminacee. Inoltre la concentrazione di acari della polvere è inferiore rispetto alla pianura. Questi ultimi due aspetti sono particolarmente importanti per i soggetti allergici.
Perché le polveri fini sono pericolose per le nostre vie respiratorie?
A causa delle dimensioni molto ridotte delle particelle, le polveri fini penetrano molto profondamente nel tratto respiratorio, dove possono scomporsi solo limitatamente o per nulla provocando una reazione infiammatoria. Tale infiammazione nel lungo termine potrebbe modificare le vie aeree e causare una riduzione della funzionalità polmonare.
Esistono studi o risultati scientifici che dimostrano l’effetto benefico dell’aria di montagna?
Il legame tra il carico di polveri fini, l’insorgenza di malattie respiratorie e la riduzione della funzionalità polmonare è ormai comprovato. Nelle regioni di montagna questi cambiamenti si verificano con meno frequenza, ma si tratta di risultati a lungo termine.
Uno studio ha dimostrato che un soggiorno riabilitativo per asmatici gravi in alta quota (ad esempio a Davos) ha effetti positivi maggiori rispetto a un periodo di riabilitazione sulla costa.
In un altro studio condotto in Austria è emerso che una vacanza attiva in montagna incide maggiormente sulla qualità di vita rispetto a una vacanza culturale in città. Questi benefici sono inoltre stati dimostrati anche con un esame di follow up effettuato 60 giorni dopo la vacanza.
Ci sono gruppi di persone che traggono particolarmente beneficio dai soggiorni in alta quota?
Gli atleti fanno allenamenti speciali in alta quota al fine di sfruttare determinati processi di adattamento fisico all’altitudine. Lo stimolo dell’allenamento è generalmente maggiore in quota. La misura in cui le persone anziane traggono beneficio da un soggiorno in altura dipende da molti fattori. Vi sono malattie preesistenti? La persona è abituata all’altitudine? Quali attività si svolgono in quota (ad es. praticare sport o solo semplici passeggiate)? E così via.
Credo che la cosa migliore sia consultare il proprio medico di famiglia, perché conosce il paziente e in genere ha esperienza con la medicina d’alta quota. Soprattutto i medici qui in Svizzera.
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«Bisogna ascoltare il proprio corpo e prendere sul serio i segnali di allarme.»
Ha qualche consiglio personale su come sfruttare al meglio l’aria di montagna per favorire il benessere?
Nei primi giorni è bene non intraprendere escursioni estreme con grandi dislivelli, ma prediligere un aumento moderato dello sforzo. Più si sale, maggiore è la cautela necessaria. È importante ascoltare il proprio corpo e captare i segnali di allarme come affanno, gonfiore alle gambe o aumento della pressione sanguigna. Oltre a un abbigliamento adeguato, alla sufficiente assunzione di cibo e liquidi e alla protezione solare, è consigliabile non partire da soli e, se possibile, avere con sé un telefono cellulare. Prima di un’escursione impegnativa è bene lasciare l’itinerario pianificato in albergo, pensione o rifugio a mo’ di indicazione e seguire il percorso prestabilito fedelmente.
Quale consiglio darebbe a chi ha problemi di salute e sta programmando un soggiorno in montagna?
Penso che il programma (luogo, altitudine, attività previste, durata, ecc.) vada discusso nel dettaglio e per tempo con il medico di famiglia. Magari sono necessari esami di base o chiarimenti più approfonditi come un’analisi della funzionalità polmonare, un ecocardiogramma e test da sforzo (ad es. ergometria). In questo modo si può valutare la capacità di prestazione individuale del paziente e il medico può farsi un’idea di ciò che è possibile o meno per il paziente.
Prof. Dr. med. Marc Spielmanns
Il professor Marc Spielmann è primario e direttore della Clinica Wald, come pure capo medico per la riabilitazione polmonare, cardiovascolare e oncologica interna e membro della Direzione della Clinica Valens.